Ti presento un esempio di impianto termico moderno con caldaia a legna, messo a punto da Aldo Chiariglione della Energia & Ambiente s.r.l. www.energiambiente.com
La mia centrale termica
La tecnologia della combustione del legno è tutto sommato semplice se confrontata con altre, ma non per questo ci si può affidare al caso, o all'ispirazione. Innanzi tutto occorre una buona caldaia e se questa non lo è, sarebbe meglio usare un altro combustibile: meno rogne, più comodità...
Cosa deve avere una buona caldaia per essere tale?
Tre requisiti innanzi tutto: un buon controllo della combustione, un focolare che sprigioni tutto il calore contenuto nel legno, uno scambiatore adeguato.
Tutto il resto è secondario o funzione di questi requisiti.
Il controllo della combustione attualmente, e fino a che non si inventino altri dispositivi, avviene a mezzo della sonda lambda che provvede a regolare l'aria primaria e secondaria a seconda del tenore di ossigeno nei fumi e altri parametri. Come avviene questa regolazione è poi di nuovo un aspetto secondario, ma le tecnologie impiegate differiscono di poco.
Se non esiste la sonda lambda - al momento - io stesso non saprei come ottimizzare in modo altrettanto efficiente la combustione: tanto per dare un'idea, potrei consigliare di apporre un'immagine di Padre Pio sulla caldaia: visto che fa tante grazie, chissà, potrebbe fare anche questa.
Per quanto riguarda il focolare, che deve essere tutto in refrattario, a seconda delle fogge della caldaia può avere forme diverse, ma il risultato deve essere l'alta temperatura al suo interno e la completa combustione dei gas sprigionati dal legno. Lo scambiatore, facile da pulire, o meglio ancora autopulente, è un altro requisito per mantenere nel tempo l'efficienza della caldaia.
La caldaia poi, per buona che sia, deve essere inserita in un impianto idoneo: cosa significa ciò è presto detto. Deve essere accoppiata a un accumulatore di adeguata capacità, che oltre a fungere da volano termico per l'utilizzatore, svolga la funzione di vero recettore del calore prodotto.
In altre parole, la legna presente nella caldaia deve sempre poter bruciare tutta e il calore sarà ceduto all'acqua dell'accumulatore, se non serve alle utenze. Così non si avranno cali di temperatura nei fumi, condensazione, produzione di composti indesiderati … tutte cose che fanno male alla caldaia e … al portafoglio.
Tra caldaia e accumulatore deve essere interposto un efficiente sistema di mantenimento della temperatura di ritorno che non dovrebbe mai scendere sotto i 55 - 60 °C. Nella sua composizione più semplice il mantenimento della temperatura del ritorno è effettuato da una comune valvola termostatica, guarda a caso non prodotta in Italia dove, a quanto pare, è ritenuta superflua.
Un buon impianto è tutto qui e queste sono le sue caratteristiche essenziali.
Nel mio caso, una caldaia austriaca da 20 kW è accoppiata a un accumulatore da 2.000 litri, che per un edificio di quasi 1.000 metri cubi dà (a piena richiesta) non più di qualche ora di autonomia, e richiede due o tre cariche al giorno nei giorni più freddi (temperature esterne sotto i - 5°C), , ma che nella stagioni intermedie consente -con una sola carica - di avere un'autonomia di due o tre giorni e non è poco in quanto a comodità d'uso.
Inoltre con tre pannelli solari piani da due metri quadri l'uno carico un bollitore da 500 litri per l'acqua calda sanitaria (ACS). Tra maggio e settembre i pannelli solari coprono quasi al cento per cento la richiesta di ACS mentre, negli altri periodi, il bollitore prende il calore dall'accumulatore riscaldato dalla caldaia a legna.
Tanto per completare l'opera, nel mio impianto, per stare tranquilli in caso fossimo tutti a letto influenzati, c'è poi ancora una caldaia a gas murale a condensazione da 15 kW che può lavorare sia come integrazione sia come alternativa al riscaldamento a legna. Attraverso un terzo serpentino nel bollitore, se manca il sole e manca la legna, la caldaia a gas produce oltre al riscaldamento anche l'ACS.
Tutto questo "ambaradan" è gestito in piena autonomia dalla centralina della caldaia a legna che si preoccupa di tutto, d'estate e d'inverno: scusatemi se è poco. Come se non bastasse, per mie verifiche, controlli, rilievi, ho installato cinque misuratori di energia attraverso i quali posso conteggiare l'energia prodotta dai singoli generatori e i consumi dei singoli utilizzatori.
Durante le vacanze di Natale ho provato a scaldare due giorni a gas, per il resto la caldaia è sempre stata inutilizzata, per più che ovvi motivi ed è stato ulteriormente possibile constatare che il costo del riscaldamento a legna (valutando questa a 13 €/q) è la metà del costo del riscaldamento a metano. Se uno la legna se la produce da solo il risparmio è facile da immaginare.