Internet è una rete di computer o meglio una rete di reti di computer. Ad esempio la mia rete locale è formata da 4 computer collegati ad Internet tramite un modem router.
Mi viene da pensare se fosse possibile realizzare una rete di energia o meglio una rete di reti energetiche dove poter collegare, anziché computer o reti di computer, fonti di energia prodotta dai singoli cittadini o da vari enti e imprese.
Quindi una rete globale sul tipo di quella di Internet dove i cittadini e le imprese invece di fare il download e l'upload dei dati su protocollo tcp/ip, fanno il download e l'upload di pacchetti di energia prodotta localmente tramite varie forme di tecnologia come possono essere quella termica, solare, idrica, eolica, ecc.
Le reti di energia già ci sono. Per esempio il teleriscaldamento è una forma di rete di energia, tuttavia a senso unico, dove una caldaia centralizzata o più caldaie immettono in rete l'acqua calda necessaria per il riscaldamento dei centri urbani.
Si tratta di estendere il concetto di rete e rendere soggetti attivi i cittadini che lo desiderano , rendendoli protagonisti nella creazione e distribuzione di energia, motivandoli, incentivandoli e soprattutto interconnettendoli.
Secondo me è la via da seguire per fare fronte alle sempre maggiori richieste di energia, sia elettrica che termica al fine di uno sviluppo sostenibile. Occorre, secondo me, promuovere la cultura dello scambio reciproco di energia per mezzo di una o più reti tra di loro interconnesse, dove il singolo cittadino o impresa possa investire nella produzione di energia, da poter immettere in una ipotetica rete globale, dietro un compenso economico proporzionale e dove possa prelevare energia secondo il proprio fabbisogno dietro il pagamento di un compenso altrettanto proporzionale, il cui costo o compenso sia stabilito da un ente super partes da scegliere con il consenso di tutte la parti in causa o dal mercato.
Alla fine del mese se hai prodotto più energia di quanta ne hai consumata, ottieni un guadagno economico a tuo beneficio. Se invece ne hai consumata di più di quanta ne hai prodotta, paghi la differenza.
In questo senso i cittadini e le impresse verrebbero stimolati a fare ricerca e ad investire in nuove forme di energia al fine di rendersi indipendenti dalle fonti di energia tradizionali. Basti pensare a chi vive in montagna, a quei soggetti che vivono presso fiumi o laghi in nontagna o in zone ventose e soleggiate e che potrebbero unirsi in enti o cooperative al fine di investire nello sfruttamento delle energie che hanno a disposizione localmente, immettendola in una ipotetica rete locale, interconnessa con una rete globale dove poter effettuare scambi energetici.
Per esempio le imprese agricole o di allevamento di bestiame, potrebbero sfruttare l'energia del biogas o della biomassa per i propri fabbisogni, immettendo in una rete locale l'eccesso di energia non utilizzata, dietro un certo compenso stabilito dal mercato o da un ente superpartes.
E' chiaro che pensare in termini di reti energetiche libere e svincolate da monopoli implica anche considerazioni politiche e studi approfonditi su basi tecnologiche che a mio avviso andrebbero presi in considerazione al fine di renderci indipendenti dal fabbisogno energetico.
Ma fino a quando la politica non promuove e non incentiva lo sfruttamento di nuove forme di energia o di risparmio di energia, anche attraverso accordi internazionali, il cittadino o l'impresa non troverà conveniente investire se non vede un ritorno economico che copra e renda redditizio l'investimento.